giovedì 15 ottobre 2015

La Valse

Non c'è cosa più bella di una pagina bianca, una fievole candela che brucia con gli odori di luoghi lontani, una coperta e una finestra davanti, da cui si vede solo il cielo stellato, perché sei sdraiata.

Buonasera fantasmi!prego fatevi avanti, uno per volta! Deve avervi portato il vento del nord, altrimenti non sareste così composti. E' finito il vino e sto elogiando la tristezza da troppi giorni per potervi invitare ad una festa. Vi spiacerebbe attendere la fine della candela?

Salve ricordi, prego fate con calma. Entrate lenti e circondatemi, sedetevi con me. Non c'è bisogno di parlare l'uno sopra l'altro,in fondo ci conosciamo già, oggi possiamo stare in silenzio? Sfilate, vorrei vedervi passare vestiti di opalescenza.

Una giostra.
Un ponte di Norimberga e quel parco pieno di margherite.
Ho i piedi nudi e scalza mi faccio il solletico con l'erba. Penso a lui con un'agendina degli appuntamenti aperti. Dietro di me un bosco pieno di alberi e non sono mai andata oltre il solito perimetro dell' abitudine. L'incredibile sicurezza dei confini è diversa dalla pigrizia. 
Lui nei miei pensieri come un pensiero circolare narcisista che si pensa e intanto occupa tutti gli spazi,opprime la vista,monitora l'umore, ti sconvolge gli attimi e ruba la felicità. 
E tu glielo lasci fare.
La Weissbier e somewhere over the rainbow alla chitarra.
Quella rabbia che è rimasta tra noi.

Dunque volete dirmi che questi sarebbero i vostri abiti opalescenti? Codardi, vili e meschini. Le visite indiscrete e inopportune di chi avevamo riposto nell'oblio.

E invece torna anche la casa degli gnomi di un villaggio al confine con la Bosnia. Eccola qui, con questo giardino pieno di contraddizioni e questa stanza di sorrisi di altri.
Piove così forte che sembra sia scoppiato nella notte un nuovo focolaio bellico. E tuoni come cannoni, fulmini, spari, quell'incessante colpire della pioggia su una tettoia precaria. Le mie mani che cercano le tue,la paura dissimulata e questa pioggia sopra questo letto. Vorrei non smettesse mai. Dove siamo finiti? Quando abbiamo smesso di essere gli amanti clandestini per diventare estranei?

Perché la notte si presenta sempre con la sua licenza di possibilità, perché al mattino si fa colazione con le spiegazioni, si dipanano i fraintendimenti. Perché non resta tutto sospeso? E abbiamo avuto bisogno di inchiodarlo per esserne prima feriti e poi uccisi?

Comincia a piovere come quella notte sulla tettoia, non il tuo corpo da stringere ma la tua immagine sbiadita e questa candela sempre più chiara, la cera sul comodino. Vorrei impastarmi le mani, lasciare un'impronta. Cola cera ancora lenta su te stessa.
E tu lo vuoi ballare un valzer con me? Sai io non so ballare ma credo che con te potrei improvvisare tutto.

Che rumore fa una candela appena spenta?

Sì avete ragione fantasmi, buonasera di nuovo, ora sta davvero a voi.
Dunque si faccia avanti il primo.
Ancora tu?


Dicevo, me lo concedi o no questo valzer?